Nel periodo basso medievale, sotto la signoria dei Da Spezzano e poi dei Da Castello, aveva probabilmente una prima cinta fortificata, un mastio, una o due torri, qualche casa di abitazione, il pozzo, granai e magazzini per i raccolti. L’entrata, posta a nord, avveniva, dopo l’introduzione nel Trecento del fossato, per mezzo del ponte levatoio. Luogo di difesa e rifugio per la popolazione, Spezzano riuscì durante le guerre del Trecento a resistere ad attacchi ed assedi, come quello del 1355, durante il quale le truppe estensi non riuscirono ad espugnarlo e a prenderlo alla famiglia Visconti che ne aveva il dominio. Area archeologica all'aperto: in occasione di restauri sono emersi i resti di una cisterna per la raccolta dell'acqua, costruita a fianco della torre sud-ovest distrutta dal terremoto del 5 giugno 1501: " a Spezan si è caschà la tore dove steva il podestà".
Il Palazzo Pio di Savoia - El palazo di Spezan
Nel 1395 il marchese Alberto d’Este concesse in feudo il castello a Marco Pio, signore di Carpi. Nei primi anni del Cinquecento Alessandro Pio di Savoia riorganizzò lo Stato di Sassuolo, stabilendo nel castello di Spezzano una delle cinque sedi podestarili. Con la signoria dei Pio di Savoia, il castello divenne residenza del signore e centro politico, amministrativo e giuridico, perdendo le caratteristiche del fortilizio medioevale. Nei primi decenni del Cinquecento, infatti, proprio “sulle mura” che circondavano il castello nelle zone ovest e nord, si iniziò a costruire il palazzo dei Pio, per volere di Enea Pio nel 1529. A piano terra, nell'ultima sala dell'ala ovest, c'è un soffitto ligneo decorato con formelle policrome con stemmi araldici, la sigla di Enea Pio e la data 1531, che può considerarsi il termine della prima fase di costruzione del palazzo, che include anche la Galleria delle battaglie e, nell'appartamento Vecchio, detto di Clelia e Marco, la camera con gli stemmi matrimoniali. La Galleria delle Battaglie, affrescata con importanti battaglie del Cinquecento che coinvolsero Alfonso I d'Este il "duca artigliere" e i condottieri della famiglia Pio e degli Estensi. I lavori ripresero dal 1587, quando Marco III Pio, ottenne lo Stato di Sassuolo: gli architravi dipinti a lettere dorate con iscrizione "Marcus Pius de Sabaudia Saxoli dominum et cetera" sulle antiche porte del piano primo e la straordinaria Sala delle vedute a piano terra.
La Sala delle Vedute - Salla de Stati
Sul finire del Cinquecento, Marco III Pio (1567-1599), l'ultimo, irrequieto, signore dello stato autonomo di Sassuolo, fa dipingere tra il 1595 e il 1596, nella sala maggiore del castello di Spezzano, il ritratto dei luoghi salienti del proprio dominio: una sequenza di ben 56 vedute che arriva a proporre gli angoli più minuti del suo feudo, composto dai possedimenti modenesi e da quelli in Sabina, ricevuti, nel 1595, come debito dotale della moglie Clelia Farnese, sposata nel 1587. La grande sala viene così decorata da Cesare Baglione, pittore di corte dei Farnese di Parma, esponente del manierismo bolognese, specializzato nel paesare, con un ciclo pittorico finalizzato a celebrare la potenza dei Pio di Savoia attraverso la rappresentazione di castelli, paesi e borgate, dalla pianura alla montagna, appartenenti allo Stato dei Pio, suddiviso in cinque podesterie: Sassuolo, Spezzano, Formigine, Brandola, e Soliera. Il ciclo di affreschi si concludeva nella volta della sala con la raffigurazione di una donna incoronata, personificazione della Pietas, recante lo scudo inquartato dei Pio e il motto "Pia Soboles", la dinastia Pia. A metà tra pittura e cartografia, le raffigurazioni sono preziose testimonianze storiche e offrono la possibilità di cogliere le caratteristiche delle strutture urbane ed extraurbane delle singole località.
La signoria dei Marchesi Coccapani
Morto Marco Pio di Savoia nel 1599, dopo un breve periodo di governo diretto dagli Estensi, nel 1629 il feudo e castello di Spezzano passò al marchese Guido Coccapani fino al 1796. Durante questo periodo il castello svolse anche il ruolo di luogo per le riunioni della Comunità. Nella Camera detta “della Ragione”, il Consiglio si riuniva alla presenza del podestà per eleggere i reggenti ed ufficiali del Comune e per trattare gli affari della comunità spezzanese. All’interno del castello vi era un tribunale o Pretorio, ove sedeva il podestà per amministrare la giustizia e, a fianco, le stanze adibite a residenza del giusdicente. Vi erano, inoltre, le prigioni, in numero di quattro, dislocate nel fondo delle due torri, nel lato meridionale ed all’interno dell’abitazione del podestà. Nella corte si svolgeva, soprattutto nel ‘700, il cosiddetto pavaglione, cioè il mercato di “follicelli” o bachi da seta. L’ala orientale, prima degli interventi edilizi della fine del Settecento, oltre le scuderie, si trovavano i magazzini e depositi per i cereali.
La Torre Pentagonale
La torre pentagonale posta nell’angolo sud/est, entro la cinta muraria del castello, conserva nei piani bassi le suggestive prigioni con incisioni e graffiti dei carcerati. Dal ‘600 sulla sommità della torre si trovava la “colombara”. Nel secondo e terzo piano ospita oggi l’Acetaia Comunale costituita da tre batterie di Aceto Balsamico Tradizionale e completa di pannelli didattici e arredo originale.
Da Palazzo Nazionale a villa padronale di campagna
Nel 1797, il castello divenne “ Rocca o Palazzo Nazionale”. Iniziò così la sua trasformazione in sontuosa villa padronale di campagna. Nel 1810 il castello di Spezzano ritornò come residenza privata alla famiglia Coccapani Imperiali; il castello venne dotato di un nuovo prospetto sul lato meridionale, realizzando il muro di recinzione a carattere castellano con merlatura guelfa ed il nucleo abitativo di servizio, oggi destinato a Ristorante e Casa del custode. Alla famiglia Coccapani Imperiali, il castello di Spezzano rimase fino alla fine dell’Ottocento per passare poi, in linea ereditaria, ai conti Pignatti Morano. Il Comune di Fiorano ha acquistato l’immobile nel 1982, iniziando da subito i lavori di restauro.
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